1 maggio festa dei lavoratori Siria srl

Oggi, Festa dei Lavoratori, rendiamo omaggio al valore del lavoro, pilastro della nostra Repubblica, come sancito dall’art. 1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.”
Ma se il lavoro è fondamento della nostra società, la salute e la vita di chi lavora ne sono il cuore pulsante.

Nei primi due mesi del 2025, secondo i dati INAIL:

  • Sono state 138 le denunce di infortunio mortale, +16% rispetto al 2024;
  • Di queste, 101 sono avvenute durante l’attività lavorativa, 37 in itinere;
  • Le denunce totali di infortunio sono calate leggermente (-3,4%), ma le malattie professionali sono aumentate del 5,8%.

Questi dati evidenziano la necessità di rafforzare la cultura della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Non possiamo accettare che il lavoro, fonte di dignità e realizzazione, diventi causa di sofferenza o morte.

Ogni 1° maggio i #sindacati pongono con forza l’accento sulla sicurezza sul lavoro, ma spesso lo fanno con toni contrappositivi, puntando il dito contro i datori di lavoro. Questa impostazione, pur comprensibile in un’ottica di tutela dei lavoratori, rischia però di alimentare una narrazione divisiva che non aiuta a costruire una vera cultura condivisa della sicurezza. La sicurezza non è una battaglia tra parti, ma un obiettivo comune. Nel nostro Paese, la stragrande maggioranza delle aziende è composta da microimprese con meno di 10 addetti (il 95%, con una media di 3,9 addetti per impresa). Molte hanno 1 solo “lavoratore” o addirittura nessuno (circa 800mila aziende artigiane).
Questo significa che a perdere la vita è anche l’imprenditore stesso, l’artigiano, il titolare dell’azienda. Una persona, che lavora fianco a fianco con i propri collaboratori, spesso in prima linea, con gli stessi rischi.
Dietro ogni numero, c’è una storia, una famiglia, un’impresa che si spegne.

Non possiamo accettare che il lavoro, fonte di dignità e realizzazione, diventi causa di sofferenza o morte. Il diritto al lavoro, sancito dalla Costituzione, non può essere separato dal diritto alla salute e alla vita.

In questa giornata simbolica, dobbiamo ribadire con forza che la cultura della sicurezza non è un costo, ma un #valore.

Serve allora un cambio di paradigma: superare la logica del “colpevole contro vittima” e costruire alleanze etiche tra lavoratori, datori, RSPP, formatori e istituzioni.

Solo insieme si può prevenire. Solo insieme si può salvare.

Il Primo Maggio sia davvero festa del lavoro sicuro, non solo del lavoro in quanto tale.
Perché senza tutela della vita, il lavoro perde il suo senso più profondo.

Buon 1° Maggio.
A chi lavora.
A chi crede che ogni vita abbia più valore di ogni profitto.

Nicola Corsano, Amministratore Unico SIRIA srl.

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